Un biglietto di sola andata Ciao papy

Questo non sarà un articolo come tutti gli altri, questo sarà l’ultimo saluto a te papà, lettore fidelizzato di questo blog, a te che ogni domenica mi chiedevi su whatsapp il link di accesso diretto all’ultimo articolo pubblicato. Ma questa volta sarà diverso, quelle spunte non diventeranno mai blu, non lo leggerai mai… o forse sì, lo stai leggendo ora mentre lo scrivo.
” Sono pronto per l’ultimo imbarco “, questa volta avevi ragione, sei partito con un biglietto di sola andata, lasciandoci qui a raccogliere ricordi di un’infanzia vissuta a bordo di tender e ponti di comando. Sì perché quelle navi erano la tua vita, il tuo mondo, un posto sereno dove rifugiarti per fuggire da un destino crudele. Oggi capisco in parte, il dolore che hai provato nel perdere entrambi i genitori in una manciata di giorni.
Se chiudo gli occhi ti rivedo sulla banchina del Molo Beverello vestito di bianco ad aspettarci, mi sembra ancora di ascoltare ” stasera passiamo a salutare mamma a Sorrento, chi di voi vuole suonare le sirena ? Vi raccomando solo tre volte! “, o ” bimbe fate le brave che devo entrare in porto ” e noi immobili ad ammirare le tue manovre solo per poterti dire alla fine ” uà papy ma come hai fatto? hai avuto paura? ” e tu sorridente e divertito ci rispondevi ” ma no, paura di cosa? “.
Solo oggi mi accorgo che tutti i nostri ricordi sono legati a quel pezzo di metallo galleggiante, sì perché quel mondo che tanto amavi ci ha rubato tantissimo tempo insieme, ma probabilmente senza di lui non saresti stato la stessa persona, non saresti stato capace di raccontarci le tue meravigliose avventure nel mondo… quelle che oggi, ci fanno sentire un po’ meno sole!
E nel momento in cui hai salutato per sempre quel mondo fluttuante, hai scoperto di avere un inquilino non gradito nel tuo corpo. Nonostante fosse un ospite non pagante, sei stato per anni un gentile padrone di casa, forte, speranzoso, vedevi il bicchiere mezzo pieno anche quando di positivo non c’era nulla, restavi le ore seduto in quella stanza ad osservare quelle goccioline venir giù, e con i tuoi racconti rallegravi l’anima di chi stava messo peggio di te. La settimana di Pasqua ti dissero ” Sig. De Rosa, non è né migliorato né peggiorato ” e tu eri così felice da non riuscire a controllare la tua ironia, uscisti dal reparto urlando a tutti ” qui bisogna parlare d’altro, signora cosa preparate a Pasqua? La pastiera la fate? E voi invece lo preparate il casatiello? “, in pochi minuti quel triste reparto, si trasformò in una chiassosa riunione di condominio.
Papy quanto coraggio che hai avuto nel combattere questa dura battaglia, sei stato un vero e proprio guerriero fino alla fine, anche quando ti sei arreso ai dolori e non facevi altro che ripetere ” niente da fare, questa volta me ne devo andare “. Grazie per il pieno di ” Ti voglio bene, ti voglio bene hai capito? Assai! “, e scusaci se spesso non siamo riuscite a trattenere le lacrime, avevamo realizzato che ci stavi lasciando per sempre.
I distacchi eterni non sono ancora il mio forte, ma presto trasformerò questa mancanza in forza, tu questo avresti voluto, tornerò a vagabondare per il mondo, a scrivere ed ispirare. Ti ricorderò guardando le onde del mare, ascoltando il cinguettio degli uccelli o attraverso il profumo dei fiori che tanto amavi.
Sarà devastante non poterti più inviare nulla, non vedere più quella chat ” Papy ” prender vita, non poter ascoltare le tue storie, non ricevere più il tuo sostegno, ma cercherò di essere una ” pelle dura ” come te.
Grazie per la collezione di passaporti!
Salutami nonno Vincenzo, Vi voglio bene
Marialaura
Alfonso Esposito
Ti potrà sembrare strano ma lui ti è tuttora più vicino di quanto immagini, quelle puntine si colorerannosempre di verde perché in ogni tuo viaggio avrai tutte le risposte no sullo smartphone, ma sugli insegnamenti di vita che ti ha lasciato, e che ti hanno permesso di essere oggi quello che sei. Credimi se ti dico che a me sono passati un infinità di anni, ma le sue parole mi risuonano deliziosamente ancora oggi, e io faccio copia/incolla verso colei che amo (mia figlia). Non essere triste a parlarne ma spiattella ai quattro venti il padre straordinario che hai avuto. Un abbraccio affettuoso
mariano
senza parole.. sei grande..!
Viaggiando con Made
Ho solo raccontato quello che è stato… quello che siamo stati! Grazie ❤️🙏🏻
Serena
Seduta nel treno che mi riporta a casa dopo il lavoro, scorro le storie di instagram non potevo non leggere questa lettera, indosso gli occhiali perché le lacrime sono tante, incontrollabili. Perdere un Genitore è brutto, fa male. Si annaspa nei ricordi, alle ultime chiamate al ricordarsi cosa si è detti. Ma un genitore vive in suo figlio, nel rispetto della vita, delle passioni che ha trasmesso, degli insegnamenti che ci ha lasciato. Bisogna vivere giorno per giorno, amando la propria vita e le persone a noi più care.
Ti abbraccio forte traveler
Sere
Viaggiando con Made
Una lettera dovuta, ha seguito questo blog fino a quando è entrato in coma. Il distacco fisico è qualcosa di innaturale e tu ne sai qualcosa ❤️ Dobbiamo essere “pelle dura” 💪🏻 e viverci questa vita a pieno.
Ti abbraccio forte forte forte
Giorgia
Ho scritto e cancellato almeno dieci volte ciò che volevo scriverti perché non è facile trovare le parole giuste……. ho pianto molto leggendole, sono scritte di getto, con il cuore in mano…..
Avete condiviso la passione per i viaggi e per il mondo, sono sicura che lui sarà sempre con te, nei tuoi fantastici viaggi, purtroppo non ci saranno i vostri stupendi messaggi ma lui ci sarà sempre perché vive in te. Tvb ❤️
Viaggiando con Made
Cara Giorgia presto partirò e continuerò a vagabondare, lui questo avrebbe voluto per me, e inconsciamente lo farà anche lui attraverso me. TVB <3
Francesco
Perdere un genitore è il limbo di passaggio che dobbiamo affrontare quando diventiamo grandi. Sono emozioni, ricordi così semplici ma profondamente intimi. Nostalgia di serate spensierate e repressa rabbia di non poterle rivivere più.
Poi col tempo i colori cambiano e le tonalità rosso acceso negli sfondi dei nostri ricordi di trasformano in colori pastello.
Non si arriva mai preparati, soprattutto alla nostra età. Però poi si cresce, si matura e le lacrime di trasformano in rocce sulle quali puntare i piedi per vedere ancora più lontano.
Un abbraccio a te, dolce ragazza.
Viaggiando con Made
Caro Francesco, hai proprio ragione… il tempo affievolisce i dettagli tristi lasciando spazio ai ricordi, alle sensazioni, alle emozioni… al momento le uniche cose in grado di farmi sentire meno “incompleta”.
Finché sarà vivo nel mio cuore, nei miei pensieri… non morirà MAI!
Grazie per questo messaggio bellissimo.
Con affetto,
Marialaura