Dormire sul Lago Titicaca: Le isole galleggianti degli Uros Diario di Viaggio & Informazioni Utili

Sguardi umili, sorrisi felici, gesti sinceri… sotto il cielo stellato del Lago Titicaca!
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Il periodo migliore?
Dove dormire sul Lago Titicaca?
Cosa non puoi assolutamente perdere!
Cosa mettere nello zaino per soggiornare sulle Isole Uros?
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Ed ecco che termina un’altra giornata, sull’acqua il riflesso di Puno, poche luci aiutano Benito a farsi strada in questo gigantesco specchio d’acqua e la navigazione senza fretta prepara il mio cuore a quest’esperienza… o quantomeno ci provo!
L’emozione è tanta, da anni sognavo di dormire sul Lago Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo. Vorrei che fosse già domani per esplorare quest’arcipelago di paglia, creato dagli Uros una manciata di secoli fa per scampare alle furie del nemico. Ma il cielo oscuro incombe, immerso in un mare di stelle… ancora 5 minuti con il naso all’insù e poi vado a letto!

Il riflesso di Puno sul Lago Titicaca | © Marialaura De Rosa
Mi giro e mi rigiro, non so se sto dormendo o semplicemente riposando, ho un occhio chiuso e l’altro mezzo aperto, sull’attenti per apprezzare le prime timide luci dell’alba. D’altronde la mia insonnia in viaggio non è una novità!
Ogni tanto mi sento cullare dalle onde del lago, sono le 5… metto su la giacca ed esco fuori! Movimenti lenti e respiri lunghi e profondi per combattere questo senso di affaticamento, il classico mal di montagna in grado di farti sentire un 80enne agli sgoccioli.
Con la luce del mattino tutti i miei pensieri prendono forma, un pugno di metri quadrati galleggianti grazie a delle canne di totora, abitazioni, archi decorativi, altalene, sdraio e cestini… non manca veramente nulla!

Uros Quota Uta Lodge | © Marialaura De Rosa
Incredibile come possano aver creato un arcipelago di 98 isole… quasi 900 famiglie che vivono questa realtà!
Sento una sirena e vedo una barchetta avvicinarsi, assomiglia al suono di un’ambulanza, ma qui è il segnale di arrivo del supermercato galleggiante, un’occasione preziosa per Julia e per gli isolani che non hanno tempo di rifornirsi sulla terraferma.

La spesa ” porta a porta ” | © Marialaura De Rosa
E proprio come accade nelle migliori amicizie, patti chiari e amicizia lunga, ho messo le cose in chiaro con Benito ” non voglio incrociare turisti, non mi interessano le attività che fanno tutti, voglio qualcosa di diverso, voglio vivere voi e assaporare la vera essenza di queste isole “.

A spasso con Benito | © Marialaura De Rosa
Nobilmente inizia a spiegarmi qual’è il sistema che vige in questa piccola ma grande comunità, il “ricco” aiuta il più debole, ovvero coloro che hanno deciso di istallarsi lontano dalla terraferma, in pieno mare aperto oserei direi, vivendo di pesca.
Disgraziatamente a causa del forte inquinamento molti ambientalisti l’hanno dichiarato ” un lago morto “, ebbene sì un lago che occupa una area di 8.300 km², non ha più pesci.
Quindi il programma di oggi è far loro visita, facciamo benzina, compriamo qualche regalino da mangiare… e via che si va!

Tutto normale, tutto sotto controllo! | © Marialaura De Rosa
La navigazione è lunghetta e a tratti ballerina, a destra e a sinistra nessuno stralcio di terraferma, com’è possibile che non vi sia più vita in questo lago? Come può trasformarsi rapidamente l’acqua, da fonte di vita, di cibo, di sostentamento, a fonte di sofferenza, come vivono ora queste persone?

Ma non è bellissimo? | © Marialaura De Rosa
Al mio arrivo non posso fare a meno di notare vecchie reti da pesca, ormai aggrovigliate e fuori uso, un cucciolo di cane che fa da guardiano mentre i padroni son via, e infine lui ” occhioni neri “, mi perdo nei suoi occhi, nei suoi capelli lisci nero corvino, uno sguardo timido ma felice.
Non ci capiamo benissimo, parla aymara e quasi niente di spagnolo, ma rimedio a gesti aprendo un pacchetto di wafer al cioccolato. Sorridendo e sprizzando gioia da tutti i pori, senza un attimo di esitazione comincia a distribuire i biscotti, due al papà, due alla sorella, due alla mamma e infine due per lui.
Questo naturale e profondo senso di condivisione, questa vita senza troppe pretese, ancora oggi fatta di relazioni sociali, di scambi commerciali, di bambini che sanno ancora stupirsi di fronte a un pacco di biscotti, mi lasciano un inspiegabile sensazione di gioia nel cuore.
Non ho ancora capito il criterio di scelta quando nasci, sul percorso che ti viene assegnato, ma ogni volta che incontro questi volti puri, imparo com’è la vita per la maggior parte delle persone nel mondo, a quanto sia fortunata ad avere del cibo disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte, un tetto sopra la mia testa, un posto sicuro dove vivere, ma soprattutto ad avere la possibilità di sognare… quella che molti sottovalutano.
Il periodo migliore?
” Lasciate ogni speranza o voi che entrate”, in Perù non è possibile trovare un solo periodo in cui l’intero paese offra il suo aspetto migliore. La presenza dell’acqua e i 3800mt di quota, possono contribuire a rendere il soggiorno particolarmente gelido, proprio per questo motivo è importante la scelta del periodo.
Da Maggio a Settembre è il periodo peggiore per soggiornare sul Lago Titicaca, le temperature sono rigide e si verificano frequenti gelate.
Il periodo ideale va da Ottobre ad Aprile quando il termometro non scende mai sotto lo zero, con piogge passeggere di notte e cielo limpido di giorno.
Dove dormire sul Lago Titicaca?
Io sono stata accolta da questa splendida famiglia, Uros Quota Uta Lodge. Le attenzioni di Benito, Julia, Raoul, Marta, Margot, i loro sorrisoni, la loro gentilezza e la delicatezza nell’esprimersi, la loro cucina, le loro indimenticabili frittelle ripiene di crema di mango, hanno contribuito a rendere l’atmosfera ancora più magica.

Uros Quota Uta Lodge | © Marialaura De Rosa
Cosa non puoi assolutamente perdere!
Un giro in totora
La totora è una pianta acquatica che cresce spontaneamente nelle zone paludose del Sud America, quando secca assomiglia vagamente a una canna di bamboo, e gli Uros la utilizzano per costruire qualsiasi cosa, dalle isolette galleggianti alle sdraio, dai tetti delle abitazioni alle imbarcazioni tradizionali.
Quindi saltate a bordo di un’autentica totora e respirate l’atmosfera tranquilla dei canali, e se vi va… assaggiatela! Sì, la parte bianca è utilizzata a scopi medici! Io l’ho assaggiata e sono qui a scrivervi… sa di cetriolino!
Ah… attenzione a non cadere nella trappola acchiappaturisti scegliendo la totora gigante ornata con due teste di puma a prua!

La totora tradizionale | © Marialaura De Rosa
Interagisci! Incuriosisciti! Sorprenditi!
Gli Uros sono una popolazione preincaica, sì addirittura più antica degli Inca, originaria di Uro Uro in Bolivia, che per sfuggire alle invasioni degli Inca si è rifugiata sulle sponde del Lago Titicaca.
Abituati fin da sempre alla terraferma, hanno dovuto completamente riadattare la propria vita, abitudini e tradizioni a questa nuova condizione.
Se sei curioso… fai domande, appassionati, questa sarà la tua unica occasione per curiosare e conoscere veramente questa cultura, per apprezzarla, e magari per trarre qualche insegnamento utile per la tua vita.
A me ad esempio interessava l’aspetto logistico delle isole… ” Benito, ma dato che ogni famiglia vive su un’isoletta galleggiante diversa, come funziona quando qualcuno si sposa? “. ” Nel momento in cui due ragazzi decidono di sposarsi, entrambe le famiglie regalano un pezzettino di isola, per dar vita al loro isolotto “d’amore”. Ma dato che la ricchezza delle famiglie si dimostra attraverso la grandezza dell’isola, molto spesso la parte regalata dalla famiglia della sposa, viene legata all’isola della famiglia dello sposo, andando a creare una piccola comunità”.

La cultura Uros… che meraviglia! | © Marialaura De Rosa
Cosa mettere nello zaino per soggiornare sulle Isole Uros?
– Salviettine umidificate
– Repellente tropicale
– Intimo termico ( di notte le temperature calano bruscamente )
– Pila frontale
– Powerbank, almeno da 20000mAh ( non ci sono prese elettriche per ricaricare i vostri dispositivi )
Video
Se hai voglia di vedere le tappe più belle di questo viaggio guarda questo video
Sandro
Passare qualche notte sulle isole è un’esperienza da provare assolutamente, e confermo….le frittelle alla crema di mango sono S.T.R.E.P.I.T.O.S.E.
Viaggiando con Made
Ben detto Sandro!!